ARTE DEGLI ALBERGATORI

L’arte degli albergatori albergatori

·Arte degli albergatori a Firenze, una storia lunga secoli – Un po’ di storia di questa antica arte:
Questa corporazione fu una delle più facoltose tra le Arti Minori. A quest’Arte erano immatricolati tutti coloro, uomini e donne, che davano vitto e alloggio, di giorno e di notte, alle persone ed alle cavalcature a scopo di guadagno. Oltre a comprendere i proprietari di alberghi, questa corporazione raggruppava anche gli affittacamere, i padroni di stallaggi, i cuochi ed i venditori di minestre, carni, pesci e di ogni altro “camangiari”, ovvero contorni.

I cuochi erano molto numerosi e si dividevano in due categorie, quelli che preparavano le pietanze da vendere, e quelli che venivano chiamati nelle case signorili per l’allestimento di banchetti. La loro bravura era talmente nota che, anche presso la Corte papale di Avignone, al tempo di Clemente V, il cuoco Cambio da Firenze era a capo della “grande cucina”.

Una notissima bottega, detta “Regolina” era situata sul Lungarno presso Ponte Vecchio; in questo locale si vendevano anche certe focacce impastate col lardo e cotte in forno a legna, chiamate appunto “regoline” per la salutare proprietà lassativa che le caratterizzava. I personaggi più illustri venivano ospitati direttamente nel Palagio dei Signori, e se questo poi non accadeva, potevano comunque albergare in città in uno dei reputati alberghi, dei quali il ricordo è giunto fino ai nostri tempi.

Dall’attività particolare di quest’Arte si comprende come il compito degli albergatori, nell’ambito di tutta l’armonica vita civile della città, fosse molto delicato ed importante. Per tale ragione gli statuti imponevano agli iscritti l’osservanza di severe norme per garantire il buon nome dell’Arte, il proprio interesse e quello dei forestieri che alloggiavano negli alberghi e nelle locande.

Chi esercitava l’Arte vera e propria dell’albergatore doveva tenere all’esterno del proprio locale un’insegna della forma che più fosse piaciuta, col nome dell’albergatore o dell’albergo, o con un disegno unitamente però, a quella obbligatoria dell’Arte, ovvero una stella rossa a otto punte in campo argento, mentre tutti gli altri dovevano tenere quella di uno scudo o piatto o “tagliere” col giglio. Il mestiere dell’albergatore era molto diffuso, non solo a Firenze, ma anche fuori e addirittura all’estero.

San Giuliano fu eletto per Patrono da questa corporazione, la cui effige è dipinta in un pilastro all’interno di Orsanmichele. Nella scena sottostante questo dipinto ancor oggi si vede il divino lebbroso portato in spalla dal Santo che, unitamente alla moglie, gli darà alloggio nel proprio castello.

Nel 1534 l’Arte degli Albergatori fu unita a quella dei Vinattieri e dei Rigattieri e Linaioli, per formare la nuova Arte o Università dei Linaioli. In tale forma

Rimase fino al1770,quando fu definitivamente soppressa e sostituita con la Camera di Commercio